Tra i pensatori filosofici più accattivanti del ‘500 annoveriamo Francesco Bacone, il cui pensiero si pone, in parte, in contrapposizione a quello di Giordano Bruno citato nell’articolo precedente. Ma parliamo un po’ della sua vita: il filosofo inglese Francis Bacon nasce a Londra il 22 gennaio del 1561, all’età di 12 anni frequenta l’Università di Cambridge. Quando sale al potere Giacomo I, lui diviene prima avvocato generale (1607), poi Procuratore generale della corona, Lord Guardasigilli e infine Lord cancelliere nel 1618. Nel 1621, però viene accusato di corruzione e viene prima estromesso da ogni carica dello Stato e poi condannato a pagare un’ammenda di quarantamila sterline e a restare prigioniero nella Torre di Londra. Il re decide di liberarlo ma la sua vita è già praticamente finita, difatti, dopo essersi dedicato, negli ultimi anni, agli studi, morì nel 1626.
Cosa sappiamo del suo pensiero filosofico riguardo la natura?
Secondo Bacon, la scienza è lo strumento utile a sottomettere la natura. Vi spieghiamo meglio: l’uomo di per sé è mosso dal desiderio di dominio; questo dominio consiste solo nella conoscenza “L’uomo tanto può quanto sa; nessuna forza può spezzare la catena delle cause naturali; la natura infatti non si vince se non ubidendole” cioè il desiderio del dominio sulla natura può essere colmato dall’uomo solo conoscendo i meccanismi di quest’ultima e di conseguenza prevedendone il corso, controllandone il suo comportamento e usandolo a proprio vantaggio. Bacon, per meglio esplicitare il suo pensiero, cita tre esempi di invenzioni che hanno rivoluzionato la vita dell’uomo nel ‘600: la bussola, la polvere da sparo e la stampa; ne dimostra i benefici confrontando il livello di vita dei Paesi europei “altamente civilizzati” e quello di una regione americana considerata “barbara”. “La differenza è così grande che un uomo può apparire a un altro uomo come un Dio, non solo per gli aiuti e i benefici che può dare, ma anche per il confronto fra le condizioni di vita”.
In fondo, se ci pensiamo, è esattamente quello che facciamo noi oggi: tramite gli studi scientifici (sicuramente più sviluppati rispetto a quelli del ‘600) riusciamo a studiare un fenomeno naturale sotto ogni punto di vista e, di conseguenza, riuscendo a prevederlo, dominarlo.



