8 MARZO: GIORNATA NATA DAI SACRIFICI DI CHI HA ALZATO LA VOCE

8 MARZO: GIORNATA NATA DAI SACRIFICI DI CHI HA ALZATO LA VOCE

L’8 marzo non è solo una giornata di celebrazione, ma un momento di riflessione, di memoria e di rinnovata consapevolezza. La Festa della Donna nasce da lotte, sacrifici e conquiste ottenute con determinazione da chi ha alzato la voce per i propri diritti. Non è una ricorrenza fatta di mimose e auguri di circostanza, ma un’occasione per guardare alla strada percorsa e a quella che ancora ci attende.

Ancora oggi, in molte parti del mondo, essere donna significa affrontare discriminazioni, violenze e limitazioni di libertà. Significa dover dimostrare il proprio valore il doppio rispetto agli uomini, ricevendo spesso la metà delle opportunità. Ma significa anche resilienza, coraggio e forza creatrice. Ogni donna porta con sé una storia fatta di sfide superate, di sogni inseguiti e di battaglie combattute per se stessa e per chi verrà dopo.

Celebrare l’8 marzo significa riconoscere il valore di queste storie, amplificare le voci di chi ancora lotta e costruire un futuro in cui l’uguaglianza non sia solo un’idea, ma una realtà concreta. Non si tratta solo di ricordare il passato, ma di agire nel presente per un domani più giusto.

Che questo giorno sia un punto di partenza e non solo un simbolo. Che le donne non siano celebrate solo oggi, ma rispettate e valorizzate ogni giorno dell’anno.

Spesso si associa l’8 marzo a un incendio in una fabbrica di New York nel 1908, dove avrebbero perso la vita numerose operaie. In realtà, questo evento non è storicamente documentato. L’istituzione della Giornata Internazionale della Donna è il risultato di diverse lotte operaie e socialiste tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, in particolare le proteste delle lavoratrici tessili negli USA e le manifestazioni delle donne russe nel 1917 contro la guerra e la fame.

L’8 marzo 1917 (23 febbraio nel calendario giuliano), le donne di Pietrogrado scesero in piazza per chiedere pane e pace, dando il via a una serie di proteste che portarono alla caduta dello zar Nicola II. Questo evento fu così significativo che nel 1921 la Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Comuniste dichiarò l’8 marzo giornata ufficiale della lotta per i diritti delle donne.

L’8 marzo è stato celebrato per decenni in vari paesi, soprattutto quelli socialisti e quelli con forti movimenti femministi, ma solo nel 1977 l’ONU ha ufficialmente riconosciuto la Giornata Internazionale della Donna. Questo avvenne nell’ambito dell’Anno Internazionale della Donna (1975) e del Decennio delle Nazioni Unite per le Donne (1976-1985), periodi in cui l’ONU cercò di promuovere politiche globali per i diritti delle donne.

Il riconoscimento ufficiale è stato il risultato delle pressioni di diversi movimenti femministi e dell’attenzione crescente sulla disparità di genere a livello internazionale. Con questa dichiarazione, l’ONU incoraggiava i governi e le organizzazioni internazionali a celebrare la giornata promuovendo attività e politiche per l’uguaglianza di genere.

Nonostante ciò, non tutti i paesi hanno adottato la festività ufficialmente, e in alcuni luoghi è rimasta una celebrazione simbolica o informale.

In Italia, la celebrazione dell’8 marzo ha una forte radice politica. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, le donne italiane iniziarono a organizzarsi per ottenere maggiori diritti civili e politici. Nel 1945, l’UDI (Unione Donne Italiane) decise di celebrare ufficialmente l’8 marzo come giornata di lotta per i diritti femminili.

Un anno dopo, nel 1946, l’UDI scelse la mimosa come simbolo della giornata. Il motivo? Era un fiore economico, di stagione e facile da reperire, ma anche molto resistente, proprio come la forza delle donne. La mimosa divenne così il segno distintivo delle celebrazioni italiane, differenziandosi da altri 

paesi dove si usavano fiori come le violette o le rose.

Negli anni ‘70 e ‘80, con la crescita del movimento femminista, l’8 marzo in Italia si trasformò in una giornata di mobilitazione e protesta per i diritti delle donne. Oltre alla celebrazione, si tenevano manifestazioni contro la violenza di genere, per il diritto all’aborto, alla parità salariale e contro le discriminazioni sul lavoro.

Col tempo, la giornata ha perso parte del suo spirito di lotta per assumere un carattere più celebrativo, ma molte organizzazioni femministe continuano a usarla come occasione per sensibilizzare sulle disuguaglianze ancora presenti.

In alcuni paesi, l’8 marzo è un giorno festivo ufficiale, mentre in altri è più un’occasione di mobilitazione. In Cina, ad esempio, le donne lavoratrici ricevono un pomeriggio libero. In Italia, negli anni ’70 e ’80, la giornata era spesso accompagnata da proteste e manifestazioni femministe, più che da celebrazioni.

Bisogna ricordare però, che l’8 marzo è soltanto la data ufficiale per festeggiare le donne ma che in realtà, ogni giorno dovrebbe essere un’occasione per ringraziarle del loro amore, del loro duro lavoro, dei sacrifici e di tanto altro ancora.

Martina Albanese

Karolyna Mulè

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